Giorgio Sandri è scomparso domenica 28 giugno 2015

Ha insegnato logica all’Alma Mater di Bologna per più di trent’ anni fino al 2010. Ha fatto parte della comunità logica italiana seguendone con attenzione gli sviluppi. Il suo punto di visuale era lo studio formale del linguaggio naturale e recentemente una gran passione per Turing.
Uomo dalla conversazione piacevolissima e di ampia cultura umanistica sopratutto nell’ambito della storia dell’arte. Giorgio è sempre sfuggito ad ogni definizione e per chiunque l’abbia conosciuto *Giorgio Sandri era Giorgio Sandri*.
Personalmente l’ho conosciuto nel 1992 quando sono arrivata a Bologna per una supplenza di Logica matematica. Da allora è iniziato un pezzo di vita comune all’interno del Dipartimento di Filosofia e dal 1998 mi trovo a proseguire il suo insegnamento di Logica.  Abbiamo perso un amico, un interlocutore intelligente, mai banale.
Il Consiglio Direttivo della Società Italiana di Logica e Filosofia delle Scienze esprime profonde condoglianze alla moglie Dolores.
Giovanna Corsi
Presidente SILFS

SCIENZA E FILOSOFIA Il Sole 24 Ore 05 LUGLIO 2015

ricordo di giorgio sandri

Linguaggi formali e naturali

Il 28 giugno è scomparso Giorgio Sandri. Dal 1970 al 2010 aveva insegnato metodologia delle scienze sociali, filosofia del linguaggio, teoria dell’informazione , metodi delle scienze umane, logica e filosofia della scienza. La gran parte della sua carriera si era svolta presso l’Università di Bologna.

Vi si era laureato con Felice Battaglia, una delle figure più importanti della filosofia morale e del diritto del secondo dopoguerra, e maestro di Nicola Matteucci.
Sandri diventò poi allievo di Alberto Pasquinelli, che con Ludovico Geymonat fu il protagonista della rinascita della filosofia della scienza in Italia dopo la desertificazione dovuta alla cultura idealistica. Sandri si specializzò negli anni ’60 negli Stati Uniti, come aveva fatto alcuni anni prima Pasquinelli.

Sandri si occupò principalmente per tutta la sua lunga carriera scientifica ed accademica di rapporti tra linguaggi formali e linguaggi naturali. Il tema sul quale si concentrò fu la relazione che sussiste tra un sistema formale, rispondente ad un insieme definito di regole, e le procedure formali e informali che possono venire attivate quando il sistema – per definizione chiuso rispetto ad un sistema di regole – si trova a trattare un’informazione esterna rispetto al sistema medesimo, informazione che interviene dall’esterno durante il processo deduttivo o computazionale operato seguendo le regole.

In questo suo percorso Sandri rivisitava non soltanto le posizioni classiche di un Carnap e del positivismo logico fino a Popper e Suppes, ma anche le teorie linguistico–computazionali di Chomsky, e le grammatiche formali del linguaggio naturale (Generative Grammar, Montague Grammar), mostrando in particolare come queste ultime impieghino una quantità di informazione superiore alla informazione impiegata nelle regole sintattiche.

Parimenti le ricerche di Sandri si rivolsero alle questioni della teoria della computazione tra Gödel e Turing. La tesi sostenuta da Sandri è che il processo tradizionalmente denominato di “scoperta” è propriamente costituito da un processo computazionale parzialmente meccanico, nel quale però intervengono passaggi non meccanici e non computazionali nel senso classico. Dotato di un formidabile understatement intellettuale, che faceva singolare complemento ad una apertura altrettanto formidabile verso le discipline filosofiche e formali più varie, Sandri volle sempre porsi nella posizione dell’intellettuale weberiano, che fa della comprensione dei problemi il fine della propria attività. Sandri rifuggì quindi coerentemente non soltanto da ogni esposizione mediatica, ma anche da ogni adesione alle mode intellettuali che, nel loro sorgere e tramontare, così spesso caratterizzano il mondo della filosofia.

La costante dedizione alla ricerca ed all’insegnamento, della quale sono testimonianza gli allievi che continuano il suo lavoro, non impedì a Sandri di rivolgere le proprie notevoli doti intellettuali ad altri campi, come quello della storia dell’arte o della letteratura.
Per tutti coloro che hanno avuto il privilegio di averlo per collega ed amico, Sandri ha costituito un esempio di come la congiunzione tra lo spirito analitico e la sensibilità storica potesse produrre una figura di intellettuale dal quale si aveva sempre qualcosa da imparare, e qualcosa di mai banale .

© RIPRODUZIONE RISERVATA Angelo Maria Petroni